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Biblioteche pubbliche: San Giovanni di Pesaro e Casa delle Letterature di Roma, spazi in complessi storici…

Biblioteche pubbliche: San Giovanni di Pesaro e Casa delle Letterature di Roma, spazi in complessi storici per la biblioteca pubblica. Spazi a disposizione di tutti…

di Orietta Possanza

La biblioteca di pubblica lettura è una biblioteca accessibile al pubblico e finanziata con fondi pubblici, il Manifesto IFLA*/Unesco ne dà una definizione precisa: “centro formativo locale che rende prontamente disponibile per i suoi utenti ogni genere di conoscenza e informazione. I servizi della biblioteca pubblica sono forniti sulla base dell’uguaglianza di accesso per tutti, senza distinzione di età, razza, sesso, religione, nazionalità, lingua o condizione sociale. Ogni fascia d’età deve trovare materiale rispondente ai propri bisogni. Le raccolte e i servizi devono comprendere tutti i generi appropriati di mezzi e nuove tecnologie, così come i materiali tradizionali. L’alta qualità e la rispondenza ai bisogni e alle condizioni locali sono fondamentali. I materiali devono riflettere gli orientamenti attuali e l’evoluzione della società ecc”.

Ora nell’epoca di internet, del digitale, di nuovi canali di informazione e forme altre di comunicazione, tali definizioni possiamo considerarle sempre attuali? Sono molti i dibattiti sul tema e su quale sarà il futuro della biblioteca pubblica. Sul principio di fondo non avrei dubbi, le biblioteche sono spazi culturali di riferimento fondamentale nella vita quotidiana e per il territorio cui appartengono, a patto che sappiano adattarsi ai continui cambiamenti e soprattutto che siano attente alla condivisione di nuove progettualità e alla partecipazione attiva del pubblico, condizioni indispensabili per la loro sopravvivenza: ampliare il raggio di azione, progettare nuovi luoghi e/o recuperare i numerosi luoghi abbandonati, riorganizzare gli spazi esistenti, i servizi e gli orari e magari affiancando altre professionalità, supportare quella zona del sociale al servizio della comunità più fragile, incentivare la frequentazione dello spazio come luogo/piazza di vita. Non solo libri e lettura, dunque ma molteplici possibilità. E tanti finanziamenti. Dobbiamo ripensare le biblioteche come luogo pubblico per eccellenza, in cui le persone hanno accesso ai libri, ma anche a un’atmosfera, a un modo di stare insieme, di consultare, di curiosare, di passare del tempo, di coltivare relazione con gli altri, di fare cose insieme agli altri, scrive Antonella Agnoli, esperta e attenta promotrice delle public library e direttrice fino al 2008 della biblioteca San Giovanni di Pesaro che ha aperto i battenti nel giugno del 2002, e nella quale ha potuto sperimentare la visione il più possibile “aperta” di biblioteca pubblica. Rimando per approfondimenti ai libri scritti dalla Agnoli, in particolare “La biblioteca che vorrei” (Editrice Bibliografica) e “Le piazze del sapere” (Laterza).

Fonte: http://www.comune.pesaro.pu.it/cultura/biblioteca-san-giovanni/

Ma veniamo alla Biblioteca San Giovanni. La struttura frutto di un recupero del complesso storico di San Giovanni (ex convento) su un’area di 2.050 metri quadrati, è un misto di architettura nuova e antica, vetro, acciaio e legno, con annesso un giardino e un terrazzo.

“Nel giugno 2002 la biblioteca fu aperta al pubblico. Lungo tutto lo svolgimento del corpo della biblioteca che ha una configurazione a L affacciata su uno spazio verde che ospitava in passato gli orti del convento, è stato aggiunto un lungo porticato con capriate in legno e copertura trasparente: una passeggiata pubblica protetta, alta quanto l’edificio stesso che media il rapporto delle sale della biblioteca con l’esterno. L’interno su due piani, tranne che in corrispondenza dell’accesso principale dove è stato collocato uno spazio a tutta altezza in quanto funge da distribuzione per i due livelli, conserva la partizione antica. Le principali sale di lettura, sovrapposte, sono collocate nelle due maggiori aule del complesso: la capitolare ed il refettorio. Al piano superiore, la presenza del lungo corridoio che in passato dava accesso alle celle dei monaci, ha dato lo spunto per la sistemazione di un’area studio, che evoca nelle forme compositive le biblioteche storiche”.

Nei suoi 2.000 mq sono accessibili oltre 90.000 documenti fra libri, giornali e riviste, cd musicali, film, fumetti, corsi di lingue, audiolibri.

Negli spazi della biblioteca si può leggere, studiare, navigare in Internet, ascoltare musica, vedere film, incontrarsi ad eventi culturali anche per bambini e famiglie, rilassarsi al Caffè letterario, in giardino o in terrazza;

sono disponibili: 100 posti studio, 65 posti per lettura informale, 28 postazioni multimediali al pubblico, un caffè con 20 posti a sedere, postazioni per la videoscrittura, per l’autoapprendimento linguistico e informatico, per la consultazione dei cd-rom (per i minori), per l’ascolto della musica. Durante tutto l’anno la biblioteca organizza e ospita conferenze, presentazione di libri, incontri con l’autore, proiezione di film e attività di animazione con i bambini.

Un’altra biblioteca scaturita dal recupero di un complesso storico è la Casa delle Letterature di Roma, realizzata all’interno dell’ex oratorio dei Filippini costruito dal Borromini.

“Tra il 1637 e il 1640 Borromini venne scelto dai confratelli della Congregazione di San Filippo Neri come architetto del nuovo Oratorio da costruire accanto alla chiesa dell’ordine, la Santa Maria in Vallicella detta anche la Chiesa Nuova. Borromini concepì la distribuzione dei vari ambienti, oratorio, sacrestia, biblioteca in base ai già sperimentati criteri di funzionalità e di coerenza rappresentativa: si rileva infatti, secondo Paolo Portoghesi «un tono aulico negli spazi collettivi, dimesso e accogliente quello degli ambienti destinati alla residenza privata. Borromini incorporò la sacrestia tra un cortile e un giardino, creando una successione di spazi principali affiancati da due lunghi corridoi. L’artista stesso definì l’oratorio ‘un corpo umano con le braccia aperte, come che abbracci ogni uno che entri’. L’edificio fu requisito dallo Stato nel 1870, e fu per trent’anni sede di tribunali. Dal 1922 è sede dell’Archivio Storico Capitolino, e dagli anni trenta anche dell’Istituto Storico italiano per il Medio Evo (su Piazza dell’orologio). Vi ha sede la Casa delle Letterature in Piazza dell’Orologio 3, e su via dei Filippini, il Teatro dell’Orologio”. La biblioteca è stata inaugurata nel maggio 2000 dall’allora Assessorato alle politiche culturali da cui dipendeva; si colloca come centro culturale con una chiara vocazione per la letteratura contemporanea. Diversa per attività e servizi che offre rispetto alla San Giovanni di Pesaro, ne condivide tuttavia la mission di biblioteca pubblica.  La Casa delle letterature nel 2017, è infatti ufficialmente reintegrata nel Sistema delle Biblioteche di Roma, sistema che gestisce e promuove le attività e i servizi delle 40 biblioteche pubbliche territoriali.  La Casa organizza numerose iniziative quali presentazioni di novità editoriali, convegni su temi letterari, mostre bibliografiche e documentarie dedicate ad autori della letteratura italiana e internazionale. Ospita inoltre i circoli di lettura molto attivi nelle Biblioteche di Roma, laboratori e seminari di scrittura, nonché mostre di artisti, pittori, scultori e fotografi, valorizzando la contaminazione tra i generi.

Conserva il fondo dello scrittore Enzo Siciliano composto da circa 20.000 tra volumi, monografie, periodici e libri antichi a disposizione per la ricerca e la consultazione. Il nucleo delle opere di Letteratura Italiana contiene molte prime edizioni di autori del Novecento. La struttura offre spazi per la lettura nelle cosiddette gallerie, nelle sale interne e in particolare nel chiostro e nel giardino.


Per approfondire:

http://www.comune.pesaro.pu.it/cultura/biblioteca-san-giovanni/

 *IFLA (International Federation of Library Associations and Institutions) è la principale associazione internazionale bibliotecaria costituita da associazioni professionali delle varie nazioni e da istituzioni bibliotecarie; è la voce mondiale della professione bibliotecaria e dell’informazione, a tutela degli interessi delle biblioteche e degli utenti.

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